Valdarno Superiore

Dove nascono le nostre radici.


Il Valdarno Superiore è una valle antica, modellata dall’Arno e incorniciata dal Pratomagno e dal Chianti. Qui la natura, la storia e la cultura si intrecciano da secoli, regalando un paesaggio unico dove gli ulivi affondano le radici e l’olio diventa espressione autentica di questo territorio.

Un terreno generoso e antico

Dalle acque a terra fertile

Sin dal Pliocene, la conca del Valdarno Superiore fu un vasto lago, poi lentamente colmato dai sedimenti nei millenni successivi. Oggi il paesaggio, plasmato da quei processi, conserva ancora le tracce di quel lontano passato: i suoli profondi, ricchi di argilla e limo, e i fossili animali e vegetali conservati al Museo Paleontologico di Montevarchi sono testimonianze preziose del suo carattere originario

Terra di civiltà antiche

La fertilità del territorio attirò presto l’insediamento umano. Dalle prime comunità dell’età della pietra, passando per gli Etruschi, i Liguri e i Romani, il Valdarno si è formato come crocevia di culture antiche: fertile, ricco di fauna e ben collegato grazie alle vie fluviali e stradali naturali

Il “granaio” della Toscana

In epoca romana, la valle (incluse le aree vicine come la Val di Chiana) fu considerata tra le più produttive della regione e d’Italia, tanto da essere definita come una zona agricola di eccellenza per cereali e bestiame.

Un paesaggio che ancora parla di fertilità

Anche oggi, nonostante l'abbandono parziale delle campagne, è ancora possibile scorgere nei colori intensi e nelle fioriture della bella stagione la vitalità e la bellezza di queste terre. La natura riprende vigore ogni anno, restituendo ai suoi abitanti un paesaggio vivo e rigoglioso.

L’ olio extravergine d’oliva e il Valdarno

Anche il Valdarno, come gran parte della Toscana, è plasmato dalla presenza dell’olivo: senza questa pianta millenaria non potremmo immaginare il paesaggio toscano.

La storia dell’olivo accompagna da sempre quella dell’uomo. Testi sacri, ritrovamenti archeologici e cronache antiche ci raccontano di una coltura che ha origine almeno 6.000 anni fa, quando già sulle sponde del Mediterraneo l’olio era utilizzato non solo per l’alimentazione, ma anche come unguento, combustibile e persino moneta di scambio. I Greci lo consideravano dono divino, i Romani lo diffusero in tutto l’Impero e nel Medioevo furono i monaci a custodire e rilanciare questa coltura, piantando oliveti e affinando le tecniche di produzione.

In Toscana la coltivazione è attestata almeno dal VII secolo a.C. e nei secoli ha modellato il paesaggio: olivi che si aggrappano ai pendii, sorretti da muretti a secco dichiarati Patrimonio dell’Umanità, testimoniano la tenacia del lavoro contadino e l’intreccio fra natura e cultura.

La raccolta delle olive, da fine ottobre a novembre, è ancora oggi un rito che coinvolge intere famiglie: reti, scale e rastrelli scandiscono le giornate, unendo lavoro e convivialità. In Valdarno, oltre alle aziende agricole, molti mantengono piccoli oliveti familiari per produrre “l’olio per casa”, contribuendo al tempo stesso alla tutela del paesaggio.

Segue la magia del frantoio: la frangitura, il profumo intenso che si sprigiona e infine l’olio nuovo, il nostro vero “oro verde”.

L’olio extravergine del Valdarno si distingue per qualità eccellenti: verde brillante con riflessi dorati, profumo fruttato con note di carciofo ed erba fresca, gusto deciso con equilibrate sensazioni di amaro e piccante. Ogni goccia racchiude un patrimonio fatto di esperienza, innovazione e rispetto per la terra.

Dietro a ogni bottiglia c’è il lavoro meticoloso dei produttori: dalla cura degli oliveti alla raccolta tempestiva, dalla frangitura con tecniche moderne all’imbottigliamento accurato. Un impegno che rende questo olio non solo un alimento, ma un simbolo della Toscana, sintesi di paesaggio, cultura e identità.

Se ci chiediamo quale sia il vero valore di una bottiglia di olio valdarnese, la risposta è semplice: è impagabile, perché custodisce una storia millenaria e un futuro che guarda alla sostenibilità e alla salute

La Toscana e il primato della biodiversità olivicola

Fonte: CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura)

L’Italia è la culla mondiale della biodiversità olivicola: con oltre 500 cultivar registrate,
pari a circa il
40% del patrimonio varietale globale,
detiene il primato assoluto per numero di varietà.

All’interno di questa ricchezza, la
Toscana spicca con ben 119 cultivar,
un patrimonio unico che racconta secoli di storia agricola e di legame indissolubile con il territorio.
Ogni varietà porta con sé caratteristiche distintive di gusto,
profumo e resistenza, contribuendo a rendere gli oli toscani fra i più apprezzati al mondo.

I nostri oli dal territorio

La cucina italiana, patrimonio UNESCO

La cucina italiana è stata riconosciuta come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità UNESCO perché espressione di saperi, gesti quotidiani, tradizioni familiari e legami profondi con i territori.

Non si tratta solo di ricette, ma di un modo di vivere il cibo: stagionalità, rispetto delle materie prime, convivialità e trasmissione del sapere tra generazioni.

Nel Valdarno, come in molte altre parti d’Italia, questa cultura prende forma ogni giorno attraverso prodotti semplici e autentici, come l’olio extravergine di oliva, che non è un ingrediente qualunque, ma un elemento fondante della nostra identità gastronomica.

Per Verde d’Arno, custodire l’olio significa anche contribuire a questa eredità culturale, fatta di territorio, lavoro agricolo e cucina di casa.

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